In Italia si è proceduto alla distruzione sistematica di tre settori chiave dell’economia:
– Immobiliare
– Automotive
– Nautico
Ciò ha causato la distruzione di centinaia di migliaia di posti di lavoro e la perdita di miliardi di Prodotto Interno Lordo.
- Distruzione sistematica del mercato immobiliare.
Dal governo Monti in poi, abbiamo assistito alla distruzione sistematica del mercato immobiliare nazionale, sottoposto ad una pressione fiscale senza precedenti, portando il gettito tributario a 50 miliardi.
La componente patrimoniale della tassazione è quella che è stata maggiormente aumentata negli ultimi anni, a partire dalla manovra Monti, con Imu e Tasi che, rispetto all’ICI del 2011 è superiore di oltre 10 miliardi (dai 9 del 2011 ai 21 attuali, passando per i 25 degli anni scorsi). A causa di questo enorme macigno fiscale l’edilizia resta un settore in crisi e le compravendite non si sono ancora riprese: il risultato? 750 mila posti di lavoro persi, valore degli immobili ridotto di oltre il 30 per cento, un intero settore in ginocchio. Un’azione politica dannosa che ha anche determinato la percezione che gli immobili siano oggi solo un centro di costo e non un investimento sicuro per le famiglie. Di fronte a questo disastro è necessario ripartire dall’azzeramento delle patrimoniali (TARI, TASI, IMU) sostituendole con una Service Tax legata ai soli EFFETTIVI servizi che i Comuni renderanno agli immobili ed introdurre, inoltre, una FLAT TAX.
Eurostat fornisce dati sul mercato immobiliare, in particolare delle abitazioni: in Italia i prezzi sono in calo da diverso tempo, nonostante nel resto d’Europa crescano. Infatti i crediti d’imposta per interventi sugli immobili, ristrutturazione e manutenzione (ordinaria e straordinaria) fino a quelli per adeguamento antisismico ed efficienza energetica, non hanno prodotto un risultato rilevante per l’edilizia ed il numero di compravendite è lontanissimo dal 2008 e dal 2012, anno di impennata della tassazione.
È necessario correggere l’errore fatto nel 2012 azzerare l’IMU ed estendere al settore abitativo e anche non abitativo la cedolare secca. Inoltre attuare le liberalizzazione dei contratti di locazione commerciali e maggiori tutele per i proprietari ai fini del rientro in possesso dell’immobile in caso di locazione. Quello fiscale e quello delle tutele di liberazione dell’immobile sono due potenti freni all’investimento.
Ripetiamo: dal 2011 in poi il governo Monti ha portato la tassazione da 9,5 mld ai 25 mld ed in aggiunta c’è stato l’aumento delle tasse locali. In definitiva esiste oggi in Italia una tassazione complessiva sugli immobili di circa 50 miliardi di cui applicati come tassa patrimoniale 21-22 (dai 25 a cui li aveva portati Monti il Governo Renzi ha tolto 3,5 miliardi di tasse sulla prima casa: non vi può essere un investimento senza un adeguato rendimento economico. Si acquistano le prime case per andarvi ad abitare mentre nel passato si acquistava anche per concedere in affitto; oggi, invece, l’alta tassazione non consente un rendimento economico adeguato, pertanto gli acquisti avvengono solo nel caso l’immobile sia sotto il valore di mercato. Le cause principali della crisi del settore immobiliare e d edilizio sono l’alta tassazione e la mancata redditività : non si entra entra più nelle agenzie immobiliari per acquistare un immobile per fini locativi. Ulteriore aggravante la non certezza del ritorno in possesso della proprietà: se l’inquilino non paga l’affitto trascorre un tempo biblico per ottenere lo sfratto ed i canoni non pagati vengono computati nelle tasse. La politica non coglie che il settore immobiliare produce oltre il 20% del PIL e si intende sia le nuove costruzioni, sia la manutenzione sull’esistente, con efficientamento energetico, rigenerazione urbana per città a misura d’uomo, cablate, e con infrastrutture moderne e riqualificazione energetica e sismica: le nostre città negli anni 60 sono state costruite in fretta con palazzi e periferie inadeguate, e tutto questo potrebbe essere ammodernato abbattuto, ricostruito ma in Italia non esiste una regola per l’abbattimento e i premi di ricostruzione . Ad esempio a New York e in molte altre parti del mondo ammodernando interi quartieri; ovviamente noi dovremmo farlo salvaguardando centri storici e bellezza dei nostri palazzi.
Questi in sintesi i punti necessari:
- riduzione della pressione fiscale sul comparto immobiliare;
- sviluppo e rilancio dell’investimento immobiliare da destinare alla locazione da parte di gestori professionali;
- estensione della cedolare secca a tutti i contratti di locazione;
- garanzia per il locatore di rientrare in possesso dell’immobile in tempi certi;
- liberalizzazione delle locazioni commerciali;
- stabilizzazione per gli incentivi di manutenzione e riqualificazione; misure di stimolo e sostegno alla rigenerazione urbana;
- incentivi fiscali per le permute immobiliari,
- sviluppo del turismo attraverso la proprietà immobiliare privata;
È davvero necessario attuare la liberalizzazione delle locazioni commerciali; non ha alcun senso, nel 2020, avere contratti con durata di 12 o 18 anni, le regole contrattuali attuali non consentono l l’incontro fra domanda e offerta, lo Stato non può conoscere la durata necessaria di una locazione, solo il mercato può deciderlo.